BREVE STORIA DEL FUMETTO
Il
fumetto è una sequenza di immagini accompagnate da parole. I suoi illustri
antenati vanno ricercati nell'arte e nella letteratura. L'idea di raccontare
storie con questa tecnica infatti, risale all'antichità. Se ne trovano
nell'arte egizia, nella Roma antica, nel Medioevo.
Una pagina del Codice Mendoza della civiltà Azteca dove si illustra l'educazione e le punizioni che i genitori infliggono ai figli. |
"Ezechiele e Geremia" di Matteo Giovannetti (1342-52), Avignone, Palazzo dei Papi |
Questa tavola in particolare di Yellow Kid risale al 25 ottobre 1896. |
Inizialmente tutte le storie a fumetti sono pubblicate solo
di domenica, nei quotidiani, e ruotano attorno ai bambini. In seguito dalle
strisce si passa a storie più complesse che si sviluppano nell'arco di diverse
settimane: Braccio di Ferro è una di queste. Come ogni forma espressiva, presto
anche nel mondo del fumetto si sperimentano diversi generi: ecco allora che
fanno la loro comparsa i primi supereroi.
Negli anni Cinquanta si verificò una svolta: emersero
personaggi dalla pungente vena satirica destinati ad un pubblico adulto. Basta
pensare a Peanuts di Charles Schulz. Data la sua natura di mezzo espressivo
semplice e accattivante, il fumetto si diffonde in tutto il mondo. In Italia
sarà introdotto il 27 dicembre del 1908 con il "Corriere dei Piccoli",
per un pubblico di bambini. Questa pubblicazione però prevedeva che le
nuvolette venissero sostituite da brevi poesie in rima baciata.
Particolare di una vignetta in uno dei fumetti pubblicati all'interno del Corriere dei Piccoli. |
Un'altra svolta per il fumetto è rappresentata dal passaggio
dalla vignetta alla tela. I primi artisti ad occuparsi dei fumetti furono
probabilmente i dadaisti, uno dei movimenti delle Avanguardie storiche. Dopo di
loro, negli anni Sessanta sarà la volta degli artisti della Pop Art che si
dedicheranno diffusamente ai fumetti: uno dei massimi esempi in tal senso è
rappresentato da Roy Lichtenstein. La sua tecnica consisteva nell'ingigantire i
personaggi della sua narrazione e nel sostituire al tradizionale chiaroscuro
parti puntinate, così da richiamare il reticolo tipografico della stampa. Egli
era solito dire: "Tutta la mia arte riguarda in qualche modo altre forme
d'arte, anche se per altre forme d'arte si intendono i fumetti!".