mercoledì 25 ottobre 2017

2°LEZIONE - "Il museo" (I°parte)


Una delle esperienze ricorrenti nella vita di uno studente è la visita al museo. Perché la “gita al museo” è così importante nella formazione di un giovane? Perché il museo ha un ruolo centrale nella società ed è considerato uno strumento educativo? Ma, soprattutto, che cos'è un museo? Con questa lezione, proveremo a rispondere a tutte queste domande! Una premessa però è doverosa: non dobbiamo mai dimenticare che visitare adeguatamente una collezione d’arte, presente in un museo o in una mostra, richiede una certa preparazione preliminare e/o l’ausilio di una guida nonché concentrazione, silenzio ed attenzione durante la visita.



IL MUSEO

Etimologia del termine:
Il termine "museo" deriva dal greco antico “mouseion” o “museion”. Per i greci il “museion” era un luogo sacro alle Muse (figlie di Zeus e protettrici delle arti e delle scienze) e a Mnemosine (dea della memoria). Sin dall'antichità il museo ha quindi rappresentato un luogo dove gli eruditi (cioè i sapienti, i dotti) si incontravano e discutevano.


 Che cos’è? 
Il museo è un’istituzione permanente, pubblica o privata, senza scopo di lucro (cioè guadagno materiale, vantaggio economico), al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che raccoglie al suo interno oggetti relativi ad uno o più settori della cultura (tra cui in particolare, per tradizione, l'arte), della scienza e della tecnica. Si tratta prevalentemente di un edificio in cui sono conservate, studiate ed esposte le testimonianze materiali della cultura prodotte dalle varie civiltà: quadri, sculture, ma anche altri manufatti come vasellame, strumenti scientifici, oggetti d’uso quotidiano. Il museo tutela questi oggetti di interesse storico e culturale per trasmetterli alle generazioni future. Li rende accessibili al pubblico, cioè fa in modo che le persone li possano osservare per scoprirne i significati, conoscerne i luoghi di provenienza e le ragioni per cui furono realizzati. La visita al museo permette un contatto diretto con le opere originali, con dipinti, oggetti e reperti di cui ogni giorno vediamo le riproduzioni in televisione o sui giornali e può contribuire a far nascere un sentimento di appartenenza verso il territorio in cui si vive o da cui si proviene. A differenza delle mostre, che espongono gli oggetti per un periodo temporaneo, il museo ha un carattere permanente: le raccolte che compongono il suo patrimonio sono conservate in via continuativa in un luogo stabile, sempre accessibile al pubblico. 



Cosa fa e come lo fa?
Il museo offre un servizio culturale alla comunità e ciò significa che tutte le sue attività sono organizzate per garantire lo svolgimento di alcune funzioni. Le funzioni più importanti che il museo svolge sono: la conservazione fisica degli oggetti che il museo contiene, prevenendo o curando – attraverso gli interventi di restauro – i danni che i materiali hanno subito nel corso del tempo; lo studio di questi oggetti, al fine di ricostruirne la storia e i significati; la diffusione delle conoscenze, attraverso cataloghi, relazioni, conferenze ed esposizioni, affinché il pubblico possa osservare, capire e ammirare tali oggetti. Le funzioni del museo sono integrate da molte altre attività, come, per esempio, l’acquisizione di nuovi materiali per l’ampliamento delle collezioni, la documentazione e registrazione delle opere tramite la catalogazione (descrizione fisica dell’oggetto e della sua storia) e la promozione di diverse iniziative.  


A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso uno degli obiettivi principali del museo è il coinvolgimento del pubblico, con la consapevolezza che esso è costituito da persone diverse: adulti, ragazzi e bambini, che possono provenire da vari paesi e avere differenti livelli di istruzione. Lo slogan dei musei è oggi racchiuso dall'espressione inglese “Edutainment”, ottenuta dalla commistione delle parole “education” (educazione, istruzione) e “entertainment” (intrattenimento, diletto). Perché la visita sia utile, il museo deve saper trasmettere a ognuno le informazioni necessarie per comprendere con facilità sia il senso degli oggetti riuniti nelle sale sia i contenuti delle singole opere. Un aspetto importante del museo contemporaneo riguarda, dunque, l’organizzazione della comunicazione museale, cioè l’insieme delle attività che hanno come scopo quello di istruire visitatori differenti, in modo piacevole e divertente. Alcune attività che fanno parte della comunicazione museale sono: l’allestimento, cioè il modo in cui gli oggetti sono esposti al pubblico; le didascalie e i pannelli, con le informazioni scritte che permettono di identificare e capire gli oggetti esibiti; le visite guidate e i servizi didattici, una serie di attività teoriche e pratiche con cui si approfondiscono alcuni argomenti relativi alle collezioni. Se le mostre, le conferenze, gli spettacoli e le visite guidate caratterizzano da tempo l’offerta culturale del museo, oggi, al suo interno, si trovano anche librerie, caffetterie e ristoranti che rendono il museo un luogo di svago e d’incontro.




Nascita ed evoluzione
Nel Quattrocento il termine “museo” è stato ripreso dagli studiosi dell’epoca per indicare i luoghi dove i principi collezionavano e conservavano quadri e antichità. Le collezioni, o raccolte principesche, erano costituite da tanti oggetti differenti, che variavano a seconda dell’interesse e della cultura dei proprietari: statue, frammenti antichi, opere d’arte dei maggiori artisti dell’epoca, protetti e incoraggiati dai principi-mecenati, e ancora naturalia e mirabilia, cioè opere della natura e dell’uomo, rare e stupefacenti, come le pietre preziose, i minerali, gli animali esotici e i pezzi di oreficeria. Il possesso della collezione aveva una finalità politica ed economica: garantiva ai principi, ai cortigiani e agli uomini di Chiesa un ampio prestigio presso i propri contemporanei e costituiva un prezioso tesoro al quale attingere in caso di necessità. Tra il 1536 e il 1543 Paolo Giovio, medico, ecclesiastico e umanista, collocava in un palazzo presso il Lago di Como la sua raccolta di ritratti celebri e di altri oggetti, indicando questo edificio con il nome di museo, in onore delle Muse protettrici e ispiratrici delle arti: è il primo esempio di museo!
Tra il 17° e il 18° secolo gentiluomini e studiosi compivano spesso lunghi viaggi (denominati Grand Tour) per approfondire le loro conoscenze, soprattutto attraverso la visita alle collezioni più ricche e celebri. In quegli anni, in Europa, si diffonde la consapevolezza dell’importanza di queste collezioni per il progresso delle arti e delle scienze e sorge il desiderio di renderle accessibili a un numero di visitatori sempre più vasto. Alcune raccolte si aprono così a un pubblico selezionato, composto da nobili ed eruditi: è questo il caso del British Museum, inaugurato a Londra nel 1753. È quindi nel Settecento che i musei cominciano a raggiungere un pubblico sempre più vasto. Nel 1737, la principessa Anna Maria Ludovica de’ Medici dona al popolo fiorentino la collezione d’arte degli Uffizi. Questa donazione costituisce il nucleo originario della celebre raccolta della Galleria degli Uffizi che qualche anno dopo, infatti, sarà aperto al pubblico. Ancora in Italia, per iniziativa di vari pontefici (Clemente IV, Pio VI e Pio VII) sono inaugurati a Roma i Musei Capitolini e il Museo Pio Clementino.

Interno del British Museum di Londra

Il museo moderno, però, sorge negli anni della Rivoluzione francese (1789-1799), quando i rivoluzionari affermano che tutti gli uomini, senza distinzione di classe, hanno diritto di ammirare i capolavori d’arte prodotti nel corso dei secoli. Le collezioni del re, della nobiltà e della Chiesa sono dichiarate proprietà dello Stato e del popolo e messe a disposizione del pubblico perché osservandole possa istruirsi. Quello che ora è il Museo del Louvre viene aperto a Parigi nel 1793 con il compito di conservare e diffondere la conoscenza del patrimonio artistico, di promuovere l’educazione culturale e civile dei cittadini, come avevano suggerito gli studiosi nel corso del Settecento. È l’atto di nascita del museo moderno, finalmente aperto a tutti.
Nell'Ottocento nazioni potenti come la Germania e gli Stati Uniti seguono l’esempio della Francia e dell’Inghilterra: si impadroniscono di reperti archeologici e artistici che si trovano in ogni parte del mondo e costruiscono musei pubblici nei loro paesi. In breve tempo, il museo diventa sia il simbolo della potenza di una nazione sia l’orgoglio dei cittadini che vi scoprono le bellezze culturali prodotte in patria o in altri paesi. Il museo è anche il luogo dove si possono ammirare le pitture, le sculture e gli oggetti di ogni tipo che provengono dalle colonie, cioè dai territori non europei conquistati con la forza dalle nazioni più potenti. In Italia, la chiusura di molti conventi voluta da Napoleone ne dissemina le opere d’arte e determina, anche in questo caso, la fondazione di musei pubblici: hanno questa origine napoleonica la Pinacoteca di Brera di Milano, la Pinacoteca di Bologna e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Successivamente, nel 1866 una legge emanata dal Regno d’Italia impone la chiusura delle congregazioni religiose. Per ospitare il patrimonio artistico e librario di molti conventi soppressi, in numerosi centri sono fondati i musei civici. Questi musei, di proprietà comunale, conservano per lo più raccolte d’arte e altri materiali di interesse storico e scientifico, particolarmente legati alla cultura delle località in cui si trovano, che risultano utilissimi per conoscere quel determinato territorio.
Fino alla Seconda guerra mondiale, nella fantasia dei cittadini, il museo è il tempio in cui si conservano i capolavori dei più grandi artisti del proprio paese, una testimonianza concreta della propria storia, che per la popolazione diventa il simbolo dell’identità collettiva e dell’orgoglio nazionale e nazionalistico. All'indomani della Seconda guerra mondiale intere città si ritrovano con danni devastanti al loro prezioso patrimonio culturale e ai loro musei: è il caso di Dresda, ricco centro storico e artistico della Germania, quasi raso al suolo dai bombardamenti. In questo scenario apocalittico, il ruolo del museo è ripensato: da sostegno dell’identità collettiva che celebra la gloria della nazione, il museo diventa il centro di conservazione della memoria storica e culturale della popolazione. I musei sono ricostruiti, spesso riadattando edifici storici e monumentali e tenendo conto dell’ambiente e del territorio che li ospita: il museo, la città e il territorio, infatti, conservano le tracce e sono il risultato di una storia comune che deve essere conosciuta e fatta rivivere. Il pubblico, in tal modo, visitando il museo scopre il territorio circostante, le sue tradizioni e la sua cultura.

Museo Guggenheim di New York - esterno/interno
Museo Guggenheim di Bilbao

Negli ultimi decenni del 20° secolo il rinnovamento della città è stato spesso accompagnato dalla costruzione o dalla ristrutturazione di un museo. Grandi e famosi architetti vengono incaricati di progettare nuovi musei, che diventano così edifici spettacolari, tanto da essere ammirati al pari delle collezioni che contengono. Fra gli anni Quaranta e Cinquanta, Frank L. Wright realizza il Museo Guggenheim di New York, famoso per la forma a spirale, mentre negli anni Settanta Renzo Piano e Richard Rogers costruiscono il Museo nazionale d’arte moderna di Parigi, conosciuto come Centre Pompidou, con le strutture di acciaio a vista che ricordano gli antichi complessi industriali dell’Ottocento, e più di recente Frank O. Gehry progetta l’avveniristico Museo Guggenheim di Bilbao. Anche edifici già esistenti sono rinnovati e trasformati in musei: è il caso del Museo d’Orsay di Parigi, ricavato da una vecchia stazione ferroviaria, dell’antica centrale elettrica di Londra, riconvertita in Tate Modern, e della centrale elettrica Montemartini di Roma, ristrutturata per ospitare statue e frammenti dell’antichità classica. Per far fronte all'ampio flusso di visitatori e alle nuove esigenze del pubblico di massa, alcuni vecchi musei subiscono interventi di ammodernamento, caratterizzati, a volte, da soluzioni rivoluzionarie: ne è un esempio la Piramide del Louvre, il nuovo e monumentale ingresso al museo storico, realizzata nel 1984 da I. M. Pei.

Museo Centre Pompidou di Parigi