lunedì 11 settembre 2017

1°LEZIONE - "Graffiti e Street Art"


STORIA DEI GRAFFITI

L'abitudine di scrivere sui muri non è nata con l'uomo moderno, anche in tempi ben più antichi sui muri si esprimevano emozioni, idee e opinioni. E quando non c'era ancora la vernice si usava semplicemente uno strumento appuntito per graffiare le pareti, le pietre o gli intonaci. E, che sia per ragioni politiche o artistiche, l'intento oggi come ieri è uno: attirare l'attenzione dei passanti, anche solo per dire "sono passato di qui".

Sui muri di alcuni edifici dell'antica città di Pompei, finita sotto una coltre di lava dopo l'eruzione del Vesuvio, sono state ritrovate numerose iscrizioni, senza nessun valore artistico, per lo più comunicazioni "di servizio": inviti a votare per questo o quel candidato politico, derisioni di personaggi pubblici o scritte struggenti per l'amata. Gli affari di cuore per i pompeiani non erano cose segrete sia che si trattasse di successi o di lamenti, un'abitudine a cui non si sottraevano nemmeno le donne. Di ben altro valore artistico queste pitture rupestri delle grotte di Lascaux, risalenti a 18.000 anni fa: tra i primi "graffiti" della storia.


A QUESTO LINK PUOI FARE UN TOUR VIRTUALE DELLE : GROTTE DI LASCAUX !



Graffiti contro la globalizzazione e la guerra si trovano in quasi tutti i Paesi d'Europa, in Irlanda e nei Paesi Baschi i messaggi riguardano soprattutto l'indipendenza politica, in America Latina sui muri spesso vengono lanciati strali contro i presidenti in carica. E nei Paesi in guerra come Iraq, Israele e Palestina le scene sui muri sono molto più crude e spesso riguardano fatti da poco accaduti.

GRAFFITI SUI RESTI DEL MURO DI BERLINO, ABBATTUTO NEL 1989.

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GRAFFITI SULLA BARRIERA PALESTINESE CHE DIVIDE ISRAELE DALLA STRISCIA DI GAZA.


I primi giganteschi murales a sfondo politico apparvero in Messico ai primi del '900, ad opera di alcuni artisti. Uno dei più prolifici fu Diego Rivera che per dipingere i suoi murales negli spazi pubblici utilizzava altissime impalcature, dalle quali non scendeva per giorni, mangiando e dormendoci sopra. I murales con la storia delle civiltà precolombiane hanno rappresentato anche uno strumento di "alfabetizzazione" per gli strati più poveri della popolazione.

DIEGO RIVERA  (1886 - 1957)

MURALE DEL PALAZZO NAZIONALE DI CITTA' DEL MESSICO ESEGUITO DA DIEGO RIVERA.


Costringere un'opera d'arte tra quattro mura vuol dire che solo gli interessati se l'andranno a vedere, dipingerla sulle pareti esterne di edifici pubblici e privati significa invece renderla visibile a tutti anche quelli che passano di lì per caso. È quello che succede a Orgosolo, piccolo paese dell'entroterra sardo, dove come in un vero e proprio museo a cielo aperto si possono ammirare più di 250 dipinti murari. L'idea è nata nel 1969 in piena contestazione studentesca, da un gruppo di studenti, per protestare contro la poca considerazione della Sardegna da parte dell'Italia e l'usanza prosegue ancora oggi, con temi più svariati.

UNO DEI GRAFFITI DI ORGOSOLO, ALL'INGRESSO DEL PAESE.


La moda dei graffitari di "taggare" come si dice in gergo (tag in inglese significa firma) è nata negli Stati Uniti negli anni Settanta: la firma sul muro era usata da bande rivali per delimitare il proprio territorio. La leggenda vuole che i giovani newyorkesi, i primi graffitari, si siano ispirati ai lustrascarpe di Los Angeles che per marcare la zona di lavoro mettevano una sigla sul muro. Con il tempo le firme fatte con i colori spray hanno cominciato ad avere uno stile proprio (l'aerosol art) e sono nate quelle strane scritte-disegni che si vedono sui muri delle nostre città che come veri e propri murales metropolitani, sono diventate espressione di un particolare movimento giovanile: l'Hip HopLa tag, che è spesso la contrazione del nome dell'autore (writer), può essere un bel disegno o solo uno scarabocchio, in ogni caso è testimonianza di un passaggio. Il segno più diffuso nelle nostre città si chiama "throw up" (in inglese, lasciare, abbandonare), è una sigla tondeggiante non riempita con i colori e attesta un passaggio veloce. Per una firma colorata e ben sfumata invece ci può volere anche un'ora e il risultato è un'iscrizione tridimensionale dove spesso le parole non sono riconoscibili: una via di mezzo tra una scritta e un disegno. Le scritte con i caratteri cubitali di solito indicano il territorio di una "crew" (gruppo). Uno dei colori più usati è l'argento perché costa poco e rende bene.


LO SCRATCH (ITALIANIZZATO IN "SCRATCHARE") È UNA TECNICA PROPRIA DEL TURNTABLISM (L'ARTE DI MANIPOLARE I SUONI E CREARE MUSICA MEDIANTE IL GIRADISCHI ED IL MIXER DA DJ). LO SCRATCH HA IL PROPOSITO DI ACCENTUARE IL LAVORO DEL DJ, CREANDO UN ASSORTIMENTO DI SUONI MEDIANTE LA MANIPOLAZIONE RITMICA DI UN VINILE ED È FRUTTO DELLA CULTURA HIP HOP. NELL'HIP HOP, LO SCRATCHING È ANCORA DI GRANDE IMPORTANZA PER DETERMINARE L'ABILITÀ DI UN DJ, E SI TENGONO IN TUTTO IL MONDO COMPETIZIONI NELLE QUALI DJ SI DANNO BATTAGLIA MOSTRANDO IL LORO VIRTUOSISMO NELLO SCRATCH. 



IL BREAKING O B-BOYING, MEGLIO CONOSCIUTO COME "BREAK DANCE", È UNA DANZA DI STRADA SVILUPPATA DA TEENAGER AFRO-AMERICANI E LATINO-AMERICANI NEL BRONX DI NEW YORK. DIFFUSASI A LIVELLO GLOBALE A PARTIRE DALLA PRIMA METÀ DEGLI ANNI OTTANTA, INSIEME A WRITING, MCING E DJING È CONSIDERATA UNA DELLE DISCIPLINE CHE COMPONGONO LA CULTURA HIP-HOP. LA "MODA" DELLA BREAKDANCE GIUNGE IN ITALIA NEI PRIMI DEGLI ANNI OTTANTA GRAZIE AL FILM FLASHDANCE E SI SVILUPPA DI PARI PASSO CON IL MOVIMENTO HIP HOP. A DIFFERENZA DEGLI STATI UNITI, IN ITALIA IL MOVIMENTO SISVILUPPA ANCHE GRAZIE AL SOSTEGNO DEI CENTRI SOCIALI, IN PARTICOLARE A ROMA E BOLOGNA. SIN DAL SUO INIZIO, IL BREAKING HA FORNITO UNA CULTURA GIOVANILE ALTERNATIVA E COSTRUTTIVA, RISPETTO ALLA VIOLENTA REALTÀ DELLE GANG URBANE. OGGI, LA CULTURA DELLA BREAKDANCE È UNA DISCIPLINA NOTEVOLE CHE RIUNISCE LE ABILITÀ DI BALLERINI E ATLETI. POICHÉ L'ACCETTAZIONE E LA CRESCITA È CENTRATA ESCLUSIVAMENTE SULLE CAPACITÀ CHE SI DIMOSTRANO, TALE CULTURA È PRESSOCHÉ ESENTE DA DISTINZIONI DI RAZZA, SESSO ED ETÀ, ED È STATA ACCETTATA E PRATICATA UNIVERSALMENTE. IL TERMINE B-BOY (MASCHILE) E B-GIRL (FEMMINILE) INDICA CHI PRATICA BREAKDANCE. LA "B" INIZIALE NON HA UN SIGNIFICATO BEN PRECISO MA È SOLITAMENTE RICONDOTTA A PAROLE COME: BREAK, BRONX, BOOGIE, BLACK. UN B-BOY VIVE IL BREAKING COME UNO STILE DI VITA E UNA RICERCA ESPRESSIVA. COL TERMINEBREAKER O BREAKDANCER S'INTENDE CHI PRATICA SOLO L'ASPETTO TECNICO ED È COMPLETAMENTE DISTACCATO DALLA CULTURA DI RIFERIMENTO. B-BOY E B-GIRL SONO PRESENTI IN TUTTO IL MONDO E SOLITAMENTE SI INCONTRANO IN OCCASIONE DI BATTLE, JAM, PARTY, CONFRONTANDOSI E SOCIALIZZANDO NEL CYPHER (CERCHIO DOVE CI SI ESIBISCE).




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A QUESTO LINK PUOI LEGGERE IL : GLOSSARIO DEL GRAFFITISMO !

A QUESTO LINK PUOI ASCOLTARE UNA SESSIONE DI SCRATCHING : DJ ANGELO - Funky Turntablism ! 

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L'INTERNO DI UN VAGONE DELLA METROPOLITANA DI NEW YORK NEL 1980, COMPLETAMENTE IMBRATTATO DI TAG.



SPESSO EFFETTUANDO LUNGHI VIAGGI IN TRENO È POSSIBILE INCONTRARE ALCUNI VAGONI COLMI DI GRAFFITI. TUTTO IL RISPETTO PER GLI ARTISTI E LE LORO OPERE, MA È UN'ARTE CHE PUÒ NON PIACERE A TUTTI I VIAGGIATORI. PER COLMARE L'ESIGENZA DEGLI ESPONENTI DELLA GRAFFITI ART ENTRA IN GIOCO QUESTO TRENINO IN MINIATURA, GRAFFITI TRAIN! SI TRATTA DI  UN VAGONE DI UN INTER CITY IN VINILE BIANCO DA PERSONALIZZARE GRAZIE A DISEGNI TRASFERIBILI CHE CONSENTONO DI PERSONALIZZARE IL PROPRIO TRENO.

A QUESTO LINK PUOI TROVARE MAGGIORI INFORMAZIONI : GRAFFITI TRAIN !



Girando per una stazione della metropolitana di New York il giovane Keith Haring notò un pannello nero vuoto destinato alla pubblicità, risalì immediatamente, comprò una confezione di gessetti bianchi e tornato nella metrò si mise a disegnare. Era la metà degli anni Settanta e nessuno conosceva ancora il giovane graffitaro (morto nel 1990 a 32 anni) che solo un decina d'anni più tardi avrebbe disegnato i suoi "radiant boys", gli omini mutanti sui muri delle principali città del mondo ed esposto le sue opere di strada (riportate su tela) anche in alcuni musei. "Tuttomondo" è l'opera eseguita per il comune di Pisa e si trova ancora oggi sul muro della chiesa di S. Antonio.

A SINISTRA L'ARTISTA KEITH HARING, A DESTRA "TUTTOMONDO".

TUTTOMONDO DI KEITH HARING.

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Secondo una recente indagine dell'Unione Consumatori ogni anno vengono spesi nel nostro paese 268 milioni di euro per ripulire le città dai graffiti. I più difficili da ripulire sono i monumenti poiché la pulizia delle superfici marmoree richiede molta attenzione e deve essere fatta con sistemi meccanici come l'idropulitura o la sabbiatura che sono molto costosi, mentre la copertura con vernici apposite dà scarsi risultati e non è molto usata. Sono ancora allo studio solventi delicati in grado di pulire senza rovinare o pellicole e vernici protettive per preservare il marmo e il metallo dalle vernici. 


Generalmente, i writer più vicini ad un lavoro di ricerca artistica tendono a esprimersi in campi più protetti, come nelle "hall of fame", spazi a disposizione dei writer in cui dipingere legalmente (siano questi muri esplicitamente dedicati dalle amministrazioni comunali all'espressione della "spray-can art" - un modo, questo, per cercare di arginare il dilagare del fenomeno nel contesto dei centri storici o di quartieri residenziali - o siano luoghi siti in periferie degradate o di poco interesse o difficilmente raggiungibili in cui, per un tacito accordo con gli organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, si lascia ai writer "carta bianca" e una relativa tranquillità per dipingere). I writer che scelgono di esprimersi per lo più in contesti del genere, attraverso la scelta consapevole e responsabile del supporto per la pittura, si distinguono da quelli che intervengono anche su edifici di interesse storico e artistico.

Ogni writer, qualsiasi sia la sua inclinazione e provenienza, ricerca e studia un'evoluzione personale, per arrivare ad uno stile proprio in modo tale da distinguersi dagli altri ed essere notato maggiormente. Nel corso degli anni molti artisti hanno comunque maturato nuove tendenze creative per cui, pur mantenendo radici nel graffiti writing, si è riusciti a sconfinare nella tipografia, nel design, nell'abbigliamento, contaminando il tipico stile degli anni '80 con ideali più razionali e vicini alla grafica. Si parla di tendenze artistiche "post-graffiti" in particolare riferendosi alla street art, e di Graffiti Design per le influenze oramai evidenti nelle tecniche pubblicitarie e nella moda. È possibile affermare che molti artisti oramai integrati nel sistema convenzionale del mercato dell'arte, traggono il loro valore da esperienze precedenti spesso formalmente illegali.


BANKSY DURANTE LE RIPPRESE DI "B-MOVIE".



A QUESTO LINK PUOI VEDERE L'OPERA DELL'ARTISTA : BANKSY - SIRENS OF THE LAMBS !

A QUESTO LINK PUOI NAVIGARE IL : SITO DI BANKSY !