STORIA
DEI GRAFFITI
L'abitudine di scrivere sui
muri non è nata con l'uomo moderno, anche in tempi ben più antichi sui muri si
esprimevano emozioni, idee e opinioni. E quando non c'era ancora la vernice si
usava semplicemente uno strumento appuntito per graffiare le pareti, le pietre
o gli intonaci. E, che sia per ragioni politiche o artistiche, l'intento oggi
come ieri è uno: attirare l'attenzione dei passanti, anche solo per dire
"sono passato di qui".
Sui muri di alcuni edifici
dell'antica città di Pompei, finita sotto una coltre di lava dopo l'eruzione
del Vesuvio, sono state ritrovate numerose iscrizioni, senza nessun valore
artistico, per lo più comunicazioni "di servizio": inviti a votare
per questo o quel candidato politico, derisioni di personaggi pubblici o
scritte struggenti per l'amata. Gli affari di cuore per i pompeiani non erano
cose segrete sia che si trattasse di successi o di lamenti, un'abitudine a cui
non si sottraevano nemmeno le donne. Di ben altro valore artistico queste
pitture rupestri delle grotte di Lascaux, risalenti a 18.000 anni fa: tra i
primi "graffiti" della storia.
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Graffiti contro la
globalizzazione e la guerra si trovano in quasi tutti i Paesi d'Europa, in
Irlanda e nei Paesi Baschi i messaggi riguardano soprattutto l'indipendenza
politica, in America Latina sui muri spesso vengono lanciati strali contro i
presidenti in carica. E nei Paesi in guerra come Iraq, Israele e Palestina le
scene sui muri sono molto più crude e spesso riguardano fatti da poco accaduti.
GRAFFITI SUI RESTI DEL MURO DI BERLINO, ABBATTUTO NEL 1989. |
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GRAFFITI SULLA BARRIERA PALESTINESE CHE DIVIDE ISRAELE DALLA STRISCIA DI GAZA. |
I primi giganteschi murales
a sfondo politico apparvero in Messico ai primi del '900, ad opera di alcuni
artisti. Uno dei più prolifici fu Diego Rivera che per dipingere i suoi murales
negli spazi pubblici utilizzava altissime impalcature, dalle quali non scendeva
per giorni, mangiando e dormendoci sopra. I murales con la storia delle civiltà
precolombiane hanno rappresentato anche uno strumento di
"alfabetizzazione" per gli strati più poveri della popolazione.
DIEGO RIVERA (1886 - 1957) |
MURALE DEL PALAZZO NAZIONALE DI CITTA' DEL MESSICO ESEGUITO DA DIEGO RIVERA. |
Costringere un'opera d'arte
tra quattro mura vuol dire che solo gli interessati se l'andranno a vedere,
dipingerla sulle pareti esterne di edifici pubblici e privati significa invece
renderla visibile a tutti anche quelli che passano di lì per caso. È quello che
succede a Orgosolo, piccolo paese dell'entroterra sardo, dove come in un vero e
proprio museo a cielo aperto si possono ammirare più di 250 dipinti murari. L'idea
è nata nel 1969 in piena contestazione studentesca, da un gruppo di studenti,
per protestare contro la poca considerazione della Sardegna da parte
dell'Italia e l'usanza prosegue ancora oggi, con temi più svariati.
UNO DEI GRAFFITI DI ORGOSOLO, ALL'INGRESSO DEL PAESE. |
La moda dei graffitari di
"taggare" come si dice in gergo (tag in inglese significa firma) è
nata negli Stati Uniti negli anni Settanta: la firma sul muro era usata da
bande rivali per delimitare il proprio territorio. La leggenda vuole che i
giovani newyorkesi, i primi graffitari, si siano ispirati ai lustrascarpe di
Los Angeles che per marcare la zona di lavoro mettevano una sigla sul muro. Con
il tempo le firme fatte con i colori spray hanno cominciato ad avere uno stile
proprio (l'aerosol art) e sono nate quelle strane scritte-disegni che si vedono
sui muri delle nostre città che come veri e propri murales metropolitani, sono
diventate espressione di un particolare movimento giovanile: l'Hip Hop. La tag, che è spesso la
contrazione del nome dell'autore (writer), può essere un bel disegno o solo uno
scarabocchio, in ogni caso è testimonianza di un passaggio. Il segno più
diffuso nelle nostre città si chiama "throw up" (in inglese,
lasciare, abbandonare), è una sigla tondeggiante non riempita con i colori e
attesta un passaggio veloce. Per una firma colorata e ben sfumata invece ci può
volere anche un'ora e il risultato è un'iscrizione tridimensionale dove spesso
le parole non sono riconoscibili: una via di mezzo tra una scritta e un
disegno. Le scritte con i caratteri cubitali di solito indicano il territorio
di una "crew" (gruppo). Uno dei colori più usati è l'argento perché
costa poco e rende bene.
LO SCRATCH (ITALIANIZZATO
IN "SCRATCHARE") È UNA TECNICA PROPRIA DEL TURNTABLISM (L'ARTE
DI MANIPOLARE I SUONI E CREARE MUSICA MEDIANTE
IL GIRADISCHI ED IL MIXER DA DJ). LO SCRATCH HA
IL PROPOSITO DI ACCENTUARE IL LAVORO DEL DJ, CREANDO UN ASSORTIMENTO DI SUONI
MEDIANTE LA MANIPOLAZIONE RITMICA DI UN VINILE ED È FRUTTO DELLA CULTURA
HIP HOP. NELL'HIP HOP, LO SCRATCHING È ANCORA DI GRANDE IMPORTANZA PER
DETERMINARE L'ABILITÀ DI UN DJ, E SI TENGONO IN TUTTO IL MONDO COMPETIZIONI
NELLE QUALI DJ SI DANNO BATTAGLIA MOSTRANDO IL LORO VIRTUOSISMO NELLO SCRATCH.
A QUESTO LINK PUOI APPROFONDIRE LA :STORIA DEL GRAFFITISMO !
A QUESTO LINK PUOI LEGGERE IL : GLOSSARIO DEL GRAFFITISMO !
A QUESTO LINK PUOI ASCOLTARE UNA SESSIONE DI SCRATCHING : DJ ANGELO - Funky Turntablism !
A QUESTO LINK PUOI VEDERE UNA COMPETIZIONE DI : BREAK DANCE !
A QUESTO LINK PUOI ASCOLTARE UNA SESSIONE DI : BEAT BOX !
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L'INTERNO DI UN VAGONE DELLA METROPOLITANA DI NEW YORK NEL 1980, COMPLETAMENTE IMBRATTATO DI TAG. |
A QUESTO LINK PUOI TROVARE MAGGIORI INFORMAZIONI : GRAFFITI TRAIN !
Girando per una stazione
della metropolitana di New York il giovane Keith Haring notò un pannello nero
vuoto destinato alla pubblicità, risalì immediatamente, comprò una confezione
di gessetti bianchi e tornato nella metrò si mise a disegnare. Era la metà
degli anni Settanta e nessuno conosceva ancora il giovane graffitaro (morto nel
1990 a 32 anni) che solo un decina d'anni più tardi avrebbe disegnato i suoi "radiant boys", gli omini mutanti sui muri delle principali città
del mondo ed esposto le sue opere di strada (riportate su tela) anche in alcuni
musei. "Tuttomondo" è l'opera eseguita per il comune di Pisa e si trova
ancora oggi sul muro della chiesa di S. Antonio.
A SINISTRA L'ARTISTA KEITH HARING, A DESTRA "TUTTOMONDO". |
TUTTOMONDO DI KEITH HARING. |
A QUESTO LINK PUOI VEDERE UN DOCUMENTARIO DI 5 min. SU : Keith Haring !
A QUESTO LINK PUOI NAVIGARE IL : SITO SU KEITH HARING !
Secondo una recente indagine
dell'Unione Consumatori ogni anno vengono spesi nel nostro paese 268 milioni di
euro per ripulire le città dai graffiti. I più difficili da ripulire sono i
monumenti poiché la pulizia delle superfici marmoree richiede molta attenzione
e deve essere fatta con sistemi meccanici come l'idropulitura o la sabbiatura
che sono molto costosi, mentre la copertura con vernici apposite dà scarsi
risultati e non è molto usata. Sono ancora allo studio solventi delicati in
grado di pulire senza rovinare o pellicole e vernici protettive per preservare
il marmo e il metallo dalle vernici.
Generalmente, i writer più vicini ad un lavoro di ricerca
artistica tendono a esprimersi in campi più protetti, come nelle "hall of
fame", spazi a disposizione dei writer in cui dipingere legalmente (siano
questi muri esplicitamente dedicati dalle amministrazioni comunali
all'espressione della "spray-can art" - un modo, questo, per cercare
di arginare il dilagare del fenomeno nel contesto dei centri storici o di
quartieri residenziali - o siano luoghi siti in periferie degradate o di poco
interesse o difficilmente raggiungibili in cui, per un tacito accordo con gli
organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, si lascia ai writer
"carta bianca" e una relativa tranquillità per dipingere). I writer
che scelgono di esprimersi per lo più in contesti del genere, attraverso la
scelta consapevole e responsabile del supporto per la pittura, si distinguono
da quelli che intervengono anche su edifici di interesse storico e artistico.
Ogni writer, qualsiasi sia la sua inclinazione e provenienza,
ricerca e studia un'evoluzione personale, per arrivare ad uno stile proprio in
modo tale da distinguersi dagli altri ed essere notato maggiormente. Nel corso degli anni molti artisti hanno comunque maturato
nuove tendenze creative per cui, pur mantenendo radici nel graffiti writing, si
è riusciti a sconfinare nella tipografia, nel design, nell'abbigliamento,
contaminando il tipico stile degli anni '80 con ideali più razionali e vicini
alla grafica. Si parla di tendenze artistiche "post-graffiti" in
particolare riferendosi alla street art, e di Graffiti Design per le influenze
oramai evidenti nelle tecniche pubblicitarie e nella moda. È possibile
affermare che molti artisti oramai integrati nel sistema convenzionale del
mercato dell'arte, traggono il loro valore da esperienze precedenti spesso
formalmente illegali.
BANKSY DURANTE LE RIPPRESE DI "B-MOVIE". |
A QUESTO LINK PUOI VEDERE L'OPERA DELL'ARTISTA : BANKSY - SIRENS OF THE LAMBS !
A QUESTO LINK PUOI NAVIGARE IL : SITO DI BANKSY !